Rassegna stampa
Negozi storici a Palermo
di Paola Guarino, Sebastiano Catalano
Lo scalpiccìo degli zoccoli sull'acciottolato del corrile, che annunciava l'arrivo del Signor Barone, accelerava gli ultimi preparativi nelle cucine.
Era un uomo molto impegnato il Barone Di Stefano e tra i pochi piaceri che si concedeva vi erano senz'altro quelli del palato.
Abitava in quello che era chiamato "lo stradone fuori porta Maqueda" fatto realizzare dal Pretore di Palermo nel 1778, e che più tardi, assurgendo alla dignità di una "via", sarebbe stato intitolato al grande statista palermitano appartenente alle nobili famiglie dei Principi di Fitalia e dei Marchesi di Giarratana, Ruggiero Settimo (1778-1863).
Per il barone la buona cucina era una priorità domestica; sceglieva con cura i cuochi da assumere al suo servizio e concedeva loro di reclutare a propria discrezione giovani apprendisti cui insegnare i segreti dell’arte culinaria.
Le cene a Palazzo Di Stefano erano famose tra la nobiltà palermitana per la squisitezza delle pietanze offerte e ciò inorgogliva gli stessi cuochi che, sapendo di essere nelle grazie del Barone, decisero un giorno di chiedergli il permesso di usare le cucine, allocate sotto il porticato del corrile, per avviare una piccola attività di ristorazione da asporto. Il capocuoco si fece portavoce della richiesta e, avuta l'autorizzazione dal barone, prese le redini della nuova attività. Era il 1826 e questo fu probabilmente il primo esercizio commerciale che nasceva con simili finalità; un po' per la novità, un po' per la prelibatezza delle preparazioni, un po' per la praticità della cosa, il successo fu immediato.
A poco a poco l’attività prese contorni più concreti e così si decise di chiamarla con il nomignolo con cui era diventata famosa presso i clienti: "I cuochini". La prima gestione di cui abbiamo notizia è quella del signor Allegra.
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da Negozi storici a Palermo (libro), pag.487, anno 2014, Edizioni Arti Grafiche Palermitane