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Antica rosticceria palermitana

Rassegna stampa

Foodies 2014

di autori vari

grandepalermo di autori variPalermo occupa il quinto posto nella classifica mondiale dello street food, abitudine radicata e risalente almeno alla dominazione greca. Resiste ai fast food, alla crisi, alle tendenze gastronomiche, e la motivazione si trova nell'esaltazione del gusto con ingredienti primari.
Il palazzo del Barone Di Stefano lo si ammira per la sua teatrale imponenza passando di fretta o passeggiando nel salotto buono di Palermo, via Ruggero Settimo, proprio al civico 68 si scorge appena l'insegna dipinta a mano su una ceramica siciliana, si entra dall'ingresso principale del palazzo e si percepisce subito l'unicità del luogo.
Un ingresso raccolto, ovattato e rischiarato dalla luce del cortile riflessa dalle maioliche smaltate di bianco, un accenno di banconi in cui sostare a consumare, perdendosi nelle foto storiche di Palermo alle pareti, dai toni seppia, a sottolineare che ci troviamo in un Negozio Storico dal 1826.
Nasce come cucina della famiglia baronale ma i profumi e i sapori sono richiami unici: si forma una clientela che ordina con sempre maggiore frequenza e si decide, nel dopoguerra, per l'apertura al pubblico. Attraversando l'ingresso si arriva alla sala d'esposizione dei fragranti mignon, emblema della rosticceria palermitana.
Alle spalle il laboratorio a vista che realizza, sforna e frigge in diretta.
Atmosfera conviviale, quasi fuori dal tempo e dal caos che resta lontano.
Tutti piccoli gioielli mignon da degustare in loco, sorseggiando una bevanda Lurisia o una selezione di vini da 20 cl e soft drink tutti rigorosamente in vetro. Altra attenzione di Maria Luisa Cigno alla qualità e alla filosofia slow food.
Con difficoltà si trovano aziende vinicole siciliane che imbottigliano i 20 cl, ma potrebbe essere un nuovo target di vendita da sviluppare.
Se proprio non riuscite a regalarvi cinque minuti zen, potrete chiedere il take away.
La selezione prevede qualche variante stagionale come i panzerotti zucchine e mozzarella, declinati anche al prosciutto, le arancinette alla carne o al burro (dove per burro s'intende prosciutto, mozzarella e besciamella), stessi ripieni per krapfen fritti e brioches al forno.
Timballetti di spaghettini alla carne, spiedini (spitini in palermitano) variante della mozzarella in carrozza, sempre farciti con carne, mozzarella e besciamella, pane&panelle a cui non so resistere, fragrante di sesamo, sempre appena fritto e asciuttissimo, crocchette di latte piccole frittelle di besciamella, per finire con i pasticcini di carne gattopardiani scrigni di dorata brisée ripieni di carne.
Il posto migliore per gustare i sapori autentici che nessun altro a Palermo è mai riuscito ad imitare, per una colazione salata, un pranzo veloce o una merenda golosa, difficilmente supererete i 10 euro, bevande incluse, eccellenza low cost.